Il gusto proibito dello zenzero – Jamie Ford

5753_Ilgustoproibitodellozenzero_1260546471“Seattle. Nella cantina dell’hotel Panama il tempo pare essersi fermato: sono passati quarant’anni, ma tutto è rimasto come allora. Nonostante sia coperto di polvere, l’ombrellino di bambù brilla ancora, rosso e bianco, con il disegno di un pesce arancione. A Henry Lee basta vederlo aperto per ritrovarsi di nuovo nei primi anni Quaranta. L’America è in guerra ed è attraversata da un razzismo strisciante. Henry, giovane cinese, è solo un ragazzino ma conosce già da tempo l’odio e la violenza. Essere picchiato e insultato a scuola è la regola ormai, a parte quei pochi momenti fortunati in cui semplicemente viene ignorato. Ma un giorno Henry incontra due occhi simili ai suoi: lei è Keiko, capelli neri e frangetta sbarazzina, l’aria timida e smarrita. È giapponese e come lui ha conosciuto il peso di avere una pelle diversa. All’inizio la loro è una tenera amicizia, fatta di passeggiate nel parco, fughe da scuola, serate ad ascoltare jazz nei locali dove di nascosto si beve lo zenzero giamaicano. Ma, giorno dopo giorno, il loro legame si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Un amore innocente e spensierato. Un amore impossibile. Perché l’ordine del governo è chiaro: i giapponesi dovranno essere internati…”

Un romanzo bellissimo con una storia d’amore di una dolcezza straordinaria, ma anche con passaggi  duri essendo in parte ambientato ai tempi della seconda guerra mondiale. Tra l’altro mi ha permesso di conoscere anche la vicenda della deportazione dei cittadini americani di origine nipponica in campi di lavoro (?), cittadini colpevoli solo di essere giapponesi (il Giappone era il nemico e soprattutto l’attentatore di Pearl Harbour), vicenda che fa tutt’altro che onore agli statunitensi.
Ci sono nel libro personaggi fantastici. Due su tutti: il protagonista ed il suo amico sassofonista di colore.
Ho forse trovato la vicenda in alcuni passaggi un po’ prevedibile,  ma sono rimasta spiazzata nello scoprire la verità del mancato recapito delle lettere di Keiko. L’episodio mi ha fatto riflettere ancora una volta sulle ingerenze dei genitori nella vita dei figli: forse è giusto tenere di più testa a certi atteggiamenti e non farsi sopraffare dal senso del dovere filiale.

Editore Garzanti – Pagine 372    – Formato cartaceo – Ebook

8 pensieri su “Il gusto proibito dello zenzero – Jamie Ford

  1. Dev’essere interessante questo libro, visto la tematica che tratta. Purtroppo in ogni situazione di guerra vengono commesse ingiustizie e crudeltà, e spesso i carnefici sono proprio quelli che si vantano di operare a fin di bene. E’ come se il fatto stesso di essere in guerra ottenebrasse qualsiasi giudizio di buon senso nella mente umana. Anche Hitler, dal suo punto di vista, era convinto di fare una cosa bella e giusta. L’America, purtroppo, nonostante le sue idee di liberalismo ostentato, ne ha fatte di schifezze nel corso della storia e continua a farle anche oggi, come tutti gli altri paesi del mondo. Perché alla fine, lo sappiamo, sono sempre gli “interessi” che prevalgono e spingono a certe decisioni, non di certo gli ideali di giustizia e libertà. Fu proprio Roosevelt che emanò il decreto che permetteva di radunare e confinare in campi di internamento tutti i giapponesi, anche quelli che erano diventati cittadini statunitensi a pieno titolo. Migliaia di persone furono strappate dalle loro case e dai loro beni, per poi alla fine della guerra ritrovarsi nella miseria più totale. Credo che questa vicenda della xenofobia degli americani contro i loro connazionali di origini giapponesi sia solo uno dei tanti esempi deleteri di ciò che può produrre un conflitto di natura mondiale. Diffidenze e sospetti spesso assurdi e ingiustificati, oltre che intolleranza e razzismo oltre ogni limite… Ben vengano i libri che ne parlano!

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    • Alessandra grazie del tuo prezioso commento e hai ragione ben vengano i libri che parlano di queste bruttezze e le fanno conoscere…. Sai che attraverso i libri io sono venuta a conoscenza di guerre e deportazioni che non erano mai state raccontate, proprio grazie ai libri. Un grazie a Cristina per averlo recensito!

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