“Dalla tragica morte della moglie, A.J. Fikry è diventato un uomo scontroso e irascibile, insofferente verso gli abitanti della piccola isola dove vive e stufo del suo lavoro di libraio. Disprezza i libri che vende (mentre quelli che non vende gli ricordano quanto il mondo stia cambiando in peggio) e ne ha fin sopra i capelli dei pochi clienti che gli sono rimasti, capaci solo di lamentarsi e di suggerirgli di “abbassare i prezzi”. Una sera, però, tutto cambia: rientrando in libreria, A.J. trova una bambina che gironzola nel reparto dedicato all’infanzia; ha in mano un biglietto, scritto dalla madre: “Questa è Maya. Ha due anni. È molto intelligente ed è eccezionalmente loquace per la sua età. Voglio che diventi una lettrice e che cresca in mezzo ai libri. Io non posso più occuparmi di lei. Sono disperata.” Seppur riluttante (e spiazzando tutti i suoi conoscenti), A.J. decide di adottarla, lasciando così che quella bambina gli sconvolga l’esistenza. Perché Maya è animata da un’insaziabile curiosità e da un’attrazione istintiva per i libri – per il loro odore, per le copertine vivaci, per quell’affascinante mosaico di parole che riempie le pagine – e, grazie a lei, A.J. non solo scoprirà la gioia di essere padre, ma riassaporerà anche il piacere di essere un libraio, trovando infine il coraggio di aprirsi a un nuovo, inatteso amore…”
Dicono che le strade più contorte e faticose siano alla fine quelle che conducono alle vette più inattese e incredule. Non è un inutile clichè. E’ vero, almeno per quanto riguarda la mia storia con questo romanzo. Ho avuto difficoltà fin dalle prime pagine. Arrancavo nella lettura, tornavo indietro, rileggevo, non capivo. Colpa forse di una scrittura veloce e diversa. Scarna, a volte troppo. Mi ha aiutato la copertina ad andare avanti. Quelle braccia maschili che sorreggono la bimba. Bella e stridente con le prime battute del romanzo. Perchè il personaggio principale A. J. , credetemi, all’inizio è tutto meno che simpatico. Burbero, maleducato, con l’intenzione di affogare il resto dei suoi giorni nell’alcool. Libraio insofferente e dai gusti raffinati e lontano anni luce dal consumismo. Odia l’urban fantasy, gli e-book reader sono la prova che il diavolo esiste, mal tollera gli esordienti e trova ripugnante la finzione letteraria sull’Olocausto.Vedovo quarantenne , all’improvviso trova Maya, la bimba, abbandonata nella sua libreria.La tiene con sè, la nutre, la accudisce, le legge libri. E l’iceberg inizia a sciogliersi. Maya cresce felice.Superare le prime pagine e non gettare la spugna ne è valsa la pena. Ho imparato ad amare il protagonista, il suo essere differente, la sua personalità cosi particolare.Personaggi bizzarri, atmosfere in cui si respira l’odore buono dei libri.Una storia d’amore. Amore per i libri, per una bambina, per una donna. Per una vita dove alla fine acquistano un senso anche i luoghi comuni :”…clichè appropriati ma detti con il cuore:tutto il male non viene per nuocere,Maya è un raggio di sole nella notte e che è vero che quando Dio chiude una porta apre un portone”.Vi lascio con una frase, detta dal grande amico di A.J., il commissario Lambiase:”Ho capito quello che vuoi dire, mà. Cioè che quei due non stanno facendo questo passo ad occhi chiusi. Lui sa che lei non è perfetta. Lei sa che lui non è perfetto. Entrambi sanno che la perfezione non esiste”. Ma si amano. Accettandosi.
Editore Nord – Pagine 313 – Formato cartaceo – Ebook
Mannaggia sei più veloce della luce!!!! Ora lo sta leggendo Mattia, mio figlio e poi è mio, questo deve essere stupendo!!!!!! Grazie cara!
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ho amato questo libro moltissimo, scovato in mezzo a qualche sciocco titolo estivo nell’edicola vicina al campeggio dov’ero in vacanza, mi ha incatenata e a fatica ho chiuso l’ultima pagina, triste ma piena di speranza perché questo libro parla di rinascite e eredità intellettuale e amore che da senso a tutte le piccole cose che fanno vita.
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Sai che io non l’ho ancora letto? E’ qui tra i tanti da leggere 🙂 E penso lo farò molto presto! Baci
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